Donne

Àrdet da la ólp, da 'l tàs e da la fómna cul cül bàs


Guardati dalla volpe, dal tasso e dalla donna col culo basso Due animali che potevano creare scompiglio nel pollaio se riuscivano ad entrare, per cui bisognava stare attenti, così come bisognava evitare le donne dai fianchi cadenti
Dèrvi bóca e fò òra
Aprire la bocca e far uscire aria Detto di persone che parlano a vanvera, di chi parla senza cognizione di causa, sciocco, inaffidabile, ciarlatano.
El témp, 'l cül e li fómne se pöl mìga cumandài

 
Il tempo, il culo e le donne non si possono comandare Tre cose che secondo i nostri nonni non potevano assolutamente essere comandate: il tempo perché sole o pioggia non dipendono da noi, il sedere perché certi bisogni sono inderogabili e le donne perché il maschilismo imperante pretendeva il controllo delle donne senza però riuscirci
El vì de 'n àn, 'l pà de 'n dì, la fómna i àgn chè tè ölet tì
Il vino di un anno, il pane di un giorno, la donna gli anni che vuoi tu Ci sono cose su cui tutti sono d'accordo: che il vino deve avere almeno un anno, che il pane deve essere di giornata, ma per quanto riguarda le donne ognuno è libero di sceglierle dell'età che vuole
Fómne e àche bùne li stà al sö paés

Le donne e le mucche buone stanno nel proprio paese E' l'equivalente dell' italiano “moglie e buoi dei paesi tuoi”. La possibilità di esercitare un controllo sulla famiglia di provenienza e sulla vita da ragazza, era vista come un attestato di buona moralità e buona condotta della futura moglie per cui erano incentivati i matrimoni tra compaesani
Fómne e umbréi se li 'nmprèsta gnà ai fradéi

Donne e ombrelli non si prestano neanche ai fratelli L'accostamento è alquanto irriverente, ma vuole richiamare l'attenzione sulla facilità con cui si smarriscono gli ombrelli, per cui sarebbe meglio non prestarli a nessuno, neanche alle persone di famiglia
Gnà fómne gna téla a lüm de candéla
Né donne, né tela si devono valutare al lume di una candela Per fare un buon acquisto e valutare in modo opportuno la merce è necessario poterla vedere bene, per cui al lume di candela non si poteva valutare un pezzo di stoffa e neanche una donna, bisognava vederle in piena luce
L'è bèla cùme 'l cül de la padèla
E' bella come il culo della padella Era detto, solitamente in tono scherzoso, a ragazze o donne che si davano arie e si pavoneggiavano; il fondo della padella era spesso sporco, ricoperto di fuliggine essendo le padelle poste direttamente sul fuoco di legna e non sul gas.
L'è méi 'na cüzìna 'n del lèt, chè 'n lèt 'n cüzìna
E' meglio una cugina nel letto che un letto in cucina Anche questo detto gioca sul doppio significato del termine “cüzìna che può indicare sia cucina, sia cugina; il letto in cucina veniva messo quando un bambino non stava bene perché era l'unico luogo riscaldato della casa
La bùna fómna la fa la cà, la gatìa la la desfà.
La donna avveduta tiene in piedi la casa, quella poco attenta la disfa È l'attestazione dell'importanza della donna nella società contadina. La donna aveva in mano le redini della casa e poteva quindi determinarne la prosperità o il decadimento in base alle sue scelte ed ai suoi comportamenti
La gà i grìi 'n del cò
Avere i grilli per la testa Spesso, quando uno mostrava intraprendenza e autonomia nelle scelte o prendeva decisioni non convenzionali, pensando magari un po' in grande veniva visto come l'eccentrico, quello che invece di seguire la strada già tracciata osava fare cose che mostravano la sua smania di apparire, di distinguersi
La pöl pìsa a lèt e la dì chè l'ha südà
Può pisciare a letto e dire che ha sudato Era detto di donne particolarmente fortunate alle quali il marito non lasciava mancare nulla e le aiutava anche nelle faccende di casa per cui potevano anche non far niente e dire che lavoravano
Pàter nòster, pòch inciòster, pòch butér, l'è pecà a tö muér

Padre nostro, poco inchiostro, poco burro, è peccato prendere moglie Una delle tante tiritere contro le donne ricavata dall'inizio del Padre nostro e che metteva in guardia i giovani dal prendere moglie in quanto non ne valeva la pena
Taià zü i pàgn de dòs a la zént


 
Strappare i panni di dosso alla gente È un detto che fa il paio con “la léngua che tàia del fil e de la còsta” ed è riferito a donne che nelle conversazioni sparlavano degli altri, quasi che con la lingua potessero spogliare dei vestiti i malcapitati in questione ed esporli al pubblico ludibrio