Figli e ragazzi

Àrda che 'l rüa 'l vèscof


Guarda che arriva il vescovo Minacciare i bambini di possibili scapaccioni in arrivo.
Chi chè gà 'l cuì i ciàma 'l fradilì
Chi ha il codino chiama il fratellino La terminazione dei capelli sul collo dei bambini piccoli a volte forma una specie di piccolo codino che secondo la tradizione stava ad indicare che in breve sarebbe nato un fratello all'interessato ed era soprattutto un augurio per la mamma, perché avere molti figli era ritenuta una grande fortuna
Cüntà li pòre

 
Raccontare storie di paura Durante la veglia nelle stalle era consuetudine che una delle persone anziane raccontasse storie che avevano come protagonisti diavoli, morti, streghe suscitando così la paura nei bambini che ascoltavano
Dal sòch 'l vé li stèle
Dal ceppo vengono i ciocchi Sta a significare che i figli assomigliano ai genitori.
El gà tacà sü la rampèla

Gli ha appeso la roncola Era un detto che riguardava i fratelli più anziani. Quando un fratello più giovane si sposava prima di quelli più anziani, sulla porta dei fratelli maggiori veniva appesa una roncola come segno di scherno perché il più giovane si era già costruito una nuova famiglia e veniva a mancare un aiuto in casa
El ghè sé scürta 'l camizì

Gli si accorcia la camicia Detto per la nascita di un fratello o di una sorella: al primo resterà meno stoffa per il camicino perché bisogna farlo anche ai nuovi arrivati.
Fà 'n büs 'n de l'àqua
Fare un buco nell'acqua Sta ad indicare il senso di inutilità nel fare qualcosa di cui non resterà traccia in brevissimo tempo; il detto è spesso riferito ai consigli dei genitori per i figli che solitamente non accettano i suggerimenti non richiesti e quindi risultano inutili, come “fà 'n büs 'n de l'àqua”
Fà a tömel e dàmel
Giocare a prenderlo e darlo Solitamente era un gioco che si faceva con i bambini piccoli, ma era anche un invito a non continuare a far finta di offrire qualcosa di cui poi si chiedeva la restituzione, ad esempio un regalo di cui si esigeva la restituzione per fatti intervenuti successivamente
L'ha 'npuntelà la cà
Ha puntellato la casa È detto di un padre quando ha dei figli maschi che portando lo stesso cognome del padre proseguiranno la stirpe ed in questo modo il casato proseguirà, si manterrà in piedi, proprio come i puntelli che si usano per tenere in piedi una casa pericolante
'Ndà a stremàs
Andare nella stalla alla sera in compagnia Quando ancora non c'era la televisione a tenere compagnia nelle lunghe sere invernali, le famiglie si riunivano nelle varie stalle per trascorrere del tempo in un ambiente riscaldato dalla presenza delle mucche, risparmiando così la legna
Purtài l'àqua cun li uréce
Portare l'acqua con le orecchie Siamo sempre nel campo delle cose impossibili; questo detto era rivolto specialmente ai genitori che si adoperavano in ogni modo per esaudire tutti i desideri dei figli anche quando non c'era la possibilità o la ragione avrebbe consigliato di non assecondare i capricci del pargolo
Quànt chè 'n pàder 'l fa carneàl, i fiöi i fa quarézima
Quando il padre se la gode, i figli digiunano Quando un genitore sperpera i propri averi e si dà alla bella vita (carneal), i figli dovranno patirne le conseguenze e vivranno nelle ristrettezze (quaresima)
Salute e libertà, nu ghè òr che la pöl pagà

La salute e la libertà non c'è oro che possa pagarle Avere la salute ed essere liberi è una condizione che non ha prezzo e non c'è oro che le possa pagare: purtroppo ce ne accorgiamo spesso solo quando non le abbiamo
Scalìna mìga


 
Non scendere dal gradino Non arrischiarti a fare o non fare una cosa
Tacai sü la rampèla
Appendergli la roncola Si diceva ai fratelli più anziani quando si sposava uno più giovane
U tignìm u éndem

 
O tenermi o vendermi Era detto dai figli un po' scapestrati ai genitori e sta ad indicare la necessità di accettare le persone come sono, senza necessariamente volerle cambiare