Lavori

A cambià mulinèr sé càmbia làder


A cambiare mugnaio di cambia ladro La reputazione dei mugnai non doveva di certo essere molto alta visto che vengono spesso accostati ai ladri, forse perché c'era il timore diffuso che si appropriassero di nascosto di parte della farina dopo aver macinato il frumento
A chi chè gà 'n mistér 'n mà, 'l ghè mànca mìga 'n tòch de pà
Chi sa fare qualcosa avrà sempre di che mangiare Un tempo si era avviati presto al lavoro e saper fare un mestiere ti assicurava la possibilità di poter sempre soddisfare i bisogni primari come il mangiare, anche se ti condannava per tutta la vita a fare sempre la stessa attività
A ogni bù suldà ogni àrma ghe se fa

 
Ad ogni buon soldato va bene qualsiasi arma Non è importante cosa si usa, ma chi la usa. Chi è capace di usare gli attrezzi riesce ad ottenere buoni risultati anche con strumenti non sempre adeguati. Nel detto si allude all'arte militare affermando che un buon soldato si adegua ad ogni arma
A trà sü la nós 'l vé zü argót
A tirare sul noce scende qualcosa Se tiri un pezzo di legno sulla pianta di noci, è probabile che cada qualche noce: per ottenere qualcosa bisogna provare e riprovare, prima o poi arriverà
Àqua pasàda la màsna pü

L'acqua che è passata non macina più L'acqua che e' già' passata sotto la ruota del mulino, e ha già fatto girare la macina, non e' più' in grado di far muovere nuovamente la mola e quindi di macinare. Si dice per azioni, atteggiamenti, sentimenti che ebbero valore un tempo ma non ne hanno più'.
Chi 'n sü, chi 'n zü, chi resta 'n cül bizù

Chi in su, chi in giù, chi resta a gambe all'aria Tutti si danno da fare per realizzare la loro vita: chi in un modo, chi in un altro, ma ci sono anche quelli che nel tentativo vanno gambe all'aria. Era un invito alla prudenza e alla ponderazione
Chi risparmia ledàm, risparmia a sö dàn
Chi risparmia letame risparmia a suo danno Detto contadino che invitava a non essere avari con il concime, perché solo un prato o un campo ben concimati possono produrre abbondanti frutti e quindi, se uno risparmia sul concime, otterrà una resa inferiore
Chìi che và al mulì i se 'nfarìna
Quelli che vanno al mulino si infarinano Cosi' come e' impossibile andare al mulino senza ricoprirsi di farina, e' impossibile affrontare certe imprese senza che ce ne resti addosso il segno, per lo più' morale. Questo detto in ambito sessuale, riferito ad una donna, vuol dire che, chi ha rapporti si espone all'eventualità' di concepire o di contrarre malattie.
Cùn la sàpa e cùl badìl se pòrta l'àqua sül campanìl
Con la zappa e con il badile, si porta l'acqua sul campanile Con la zappa ed il badile si può fare quasi tutto, anche cose ritenute quasi impossibili come far arrivare l'acqua in cima al campanile
Cùn li ciàcule sé 'npàsta mìga frìtule
Con le chiacchiere non si impastano frittelle E' riservato a chi chiacchiera molto, ma produce poco: con le parole non si fa niente, bisogna mettersi in campo e lavorare
Dal ferèr mai tucà, dal spisièr mai tastà
Dal fabbro non toccare, dal farmacista non assaggiare Bisogna comportarsi in maniera corretta nei vari luoghi se non si vuole incorrere in disavventure per cui dal fabbro è meglio non toccare perché usa il fuoco e ci si potrebbe scottare e dal farmacista è meglio non assaggiare perché usa i veleni e ci si potrebbe avvelenare
El ghè mànca la tèra sót ai pè.
Gli manca la terra sotto i piedi È difficile poter operare senza una sicura base di appoggio; lo sapeva bene Archimede quando esclamò :” Datemi un punto di appoggio e vi solleverò il mondo”. Indica l'incertezza e l'impotenza simile a quella che deriva dal mancato appoggio dei piedi mentre si compie un lavoro
El vàl de pü la làpa che la sàpa

Vale di più la lingua che la zappa A volte è più importante saper parlare in modo appropriato che saper usare la zappa per dissodare la terra; usare la zappa è alla portata di tutti, ma saper ben parlare è un'arte da imparare
El vàl de pü la pràtica che la gramàtica


 
Vale di più l'esperienza che il sapere libresco È sempre bene informarsi ed avere una preparazione teorica, ma ci sono dei lavori che si imparano solo con la pratica, non c’è studio che li può risolvere.
El vucùri öli de gómbet
Serve olio di gomito E' necessario mettere impegno e forza in quello che si sta facendo.
Fa 'l mür cu li sue préde

 
Costruire il muro con i propri sassi Con questo detto si vuole dire che è meglio scegliersi il proprio partner tra le persone che vivono nello stesso luogo. Meglio quindi sposare una persona del proprio paese, rimanendo fedeli alle proprie tradizioni
Fà 'ndà tüt 'l ciò 'n capèla
Battere su un chiodo appiattendolo senza farlo entrare Fare un lavoro inutile senza guadagno
Fa e desfà l'è tüt laurà
Fare e disfare è tutto lavorare Si dice solitamente quando facendo un lavoro si sbaglia ed è necessario disfare quanto già fatto per rifarlo in maniera corretta. Anche per disfare si impiega tempo ed energia, ma non è costruttiva, è una perdita di soldi e di tempo
Fà i guadàgn de Napuleù a Mósca

Fare i guadagni di Napoleone a Mosca Dicesi di cosa non redditizia, non conveniente, lavorare molto con scarsi guadagni.
Fà làt dai còrni


Ricavare latte dai sassi Fare una cosa impossibile o quasi
Fà tüt a öcc seràdi
Fare tutto con gli occhi chiusi Questo detto si presta a due interpretazioni: uno che è talmente bravo da riuscire a fare le cose anche ad occhi chiusi oppure uno che fa le cose come se non vedesse e quindi le fa a pressapoco. Solitamente è usato con il primo significato
Fàghi i pè a li mósche

 
Fare i piedi alle mosche Detto di persone puntigliose e pignole che vogliono mettere i puntini sulle i e spesso risultano indisponenti.
I plöra e i fa 'l pà dóls
Piangono ma fanno il pane dolce Detto di chi finge miseria, ma vive nel lusso e non si lascia mancare niente
I prìm che rüa al mulì i màsna

I primi che arrivano al mulino macinano Detto usato in riferimento a persone che, arrivando per prime, hanno a disposizione occasioni migliori. Questo e' in relazione al fatto che chi arrivava prima al mulini aveva la possibilità' di macinare per primo ricavare subito la farina.
I sàs i ghè cùri dré a li gàne

I sassi rincorrono le gane Da sempre chi fa il contadino in montagna ingaggia una lotta con i sassi che sembrano spuntare dal terreno e che vengono pazientemente raccolti a formare grandi ammassi detti “gàne” nei pressi dei prati così puliti. Vuol dire ad esempio che i soldi vanno dove ce ne sono già tanti, a chi è già ricco
L'è 'n bastià cuntràri
E' un Bastian contrario Fare il bastian contrario (o essere un bastian contrario) significa andare controcorrente, contraddire per il gusto di contraddire. In pratica, chi prova gusto ad opporsi all’opinione altrui, dicendo o facendo il contrario. Ma chi era questo Bastian contrario? Sembra fosse Sebastiano Venier comandante in capo della flotta veneziana nella battaglia di Lepanto. Egli era solito ripetere “mi son contrario” ai suggerimenti degli altri
L'è 'na bèla spónda
E' una bella sponda Quando si riceve un valido aiuto sia pratico che morale o psicologico per cui si è più propensi ad intraprendere nuove sfide o si possono affrontare meglio le avversità
L'è de tèrsa segàda
E' di terzo taglio Nei prati della valle il fieno veniva tagliato tre volte: el fé, la risìa e il tersöl che era il taglio con meno erba e meno pregiato. Significa di qualità scadente
L'è gnamò fò del güs
Non è ancora fuori dal guscio Il momento della schiusa delle uova delle galline o degli uccellini era un avvenimento molto comune per i ragazzi di un tempo e tutti sapevano dei rischi che questo fatto comportava, per cui il detto stava ad indicare la prudenza necessaria quando si stava per concludere qualcosa che però non era ancora finito
L'è lónch cùme 'l dóm de Milà
E' lungo come il duomo di Milano Quando una cosa non ha mai fine o un lavoro è complicato e porta via molto tempo o semplicemente una vicenda risulta fastidiosamente prolissa si paragona al duomo di Milano che dal 1386 ad oggi ha sempre richiesto continui interventi di miglioramento e di manutenzione
L'è méi 'na bèla pèsa che 'n brüt büs
E' meglio una bella pezza che un brutto buco Quando ancora si usava cucire e rattoppare, vigeva il detto che stava meglio una bella pezza, anche se chiaramente visibile, che un brutto buco
L'è méi 'na sgariàda de màrs, che 'na sapàda de brìl

E' meglio una graffiata a marzo che una zappata ad aprile È meglio iniziare per tempo i lavori agricoli, appena la neve si è sciolta perché il terreno assorbe meglio l'acqua e può essere preparato per la semina
L'è tacà cu la spüda


 
E' attaccato con lo sputo Quando un oggetto si rompe senza che ci sia stato un vero colpo o senza che sia caduto, ma solo per un lieve contatto si ipotizza che invece di essere attaccato con buona colla o mastice, sia stato unito solo con della saliva e quindi si rompa subito
L'è taià zü cùn la rampèla
E' sagomato con la roncola Dicesi di persona poco fine, che usa modi spicci e non sempre ha tatto nei rapporti con il prossimo.
L'ha maià la föa
Ha mangiato la foglia Significa capire una cosa al volo, intuire in anticipo, evitando in questo modo un pericolo, un tranello.
Il detto potrebbe derivare dall’osservazione del comportamento animale; il fiuto sviluppato e l’esperienza, permettono alle mucche al pascolo di distinguere le piante buone da quelle velenose.
La tèra l'è bàsa per chìi chè gà mìga òia de laurà

 
La terra è bassa per chi non ha voglia di lavorare Chi non ha voglia di lavorare si lamenta che la terra è bassa e gli fa venire il mal di schiena
La vé fò sót a Sónech
Succede come sotto a Sonico Forse riferito alla spesa sostenuta per costruire la variante della via Valeriana che tagliava fuori Sonico. Complicazione, opera che costa molto o in soldi o in fatica
Lagà fa i füs a chìi ch'è üs

Lasciare fare i fusi a quelli che sono capaci Era detto a chi voleva cimentarsi in lavori in cui non era competente; fare i fusi era un lavoro che richiedeva una buona abilità altrimenti il fuso non ruotava regolarmente e non era possibile torcere il filo e renderlo adatto per essere usato
Laurà de niscós

Lavorare senza farsi notare Detto di chi si dà da fare per fare in modo che la sua idea abbia successo, ma lo fa lavorando nell'ombra, senza farsi vedere, nascostamente e a volte mandando avanti altri per non essere tracciato o riconosciuto
Li ciàcule li fa mìga farìna
Le parole non producono risultati Questo detto si adatta a molte persone, cominciando da coloro che fanno politica, molto abili con le parole e che promettono mari e monti, salvo poi non riuscire o non volere mantenere le promesse perché tra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare
M'è lagài fa i füs a chìi ch'è üs
Bisogna lasciare fare i fusi a coloro che sono abituati a farli E' questione di competenza; solo chi è capace e lo fa di mestiere deve fare le cose, come ad esempio preparare un fuso che deve ruotare alla perfezione.
Ndà a buréle
Andare a ruzzoloni In senso reale significa andare a ruzzoloni, ma in senso figurato indica l'andamento negativo di un'attività, di un'impresa
Òia de laurà sàltem adòs, laóra ti padrù che mi nu pòs
Voglia di lavorare saltami addosso, lavora tu padrone che io non posso Era rivolto agli sfaccendati che passavano il tempo senza impegni di lavoro perché non si erano mai lasciati prendere dalla impellente voglia di lavorare, ma quasi irridendo chi lo faceva, anche se era il padrone, ammetteva la propria impossibilità a piegarsi al lavoro
Pasà i dì a tignì sü i cantù
Passare le giornate a sorreggere gli angoli La gente che non lavorava e non faceva fatica era vista di malocchio dagli altri ed era oggetto di derisione, come nel caso presente, dove si immaginano coloro che non lavorano come quelli che fanno finta di reggere gli angoli della casa alla quale sono appoggiati, per fare meno fatica a stare in piedi
Prà a fìt e èrba a mès
Prato in affitto ed erba a metà La cura dei prati e delle coltivazioni era una necessità per sopravvivere; il contadino che avesse affittato un prato e dovesse dare come affitto metà dell'erba doveva cercare di sfruttare bene tutto il terreno e falciare con maestria l'erba per ottenere il massimo profitto. In caso contrario avrebbe fatto un magro affare
Quànt chè la fü la tóca, coió chi nu la grópa

Quando la fune tocca, sciocco chi non l'annoda Per tenere fermo il fieno sul carro si utilizzavano funi di cuoio intrecciato che venivano passate attorno al fieno e quando la parte terminale toccava il lato opposto si procedeva ad annodarla per rendere sicuro il trasporto: significa saper cogliere le opportunità e non lasciarsele sfuggire
Quànt chè se bàti sü la spìga, l'istà l'è finìda


 
Quando si batte sulla spiga, l'estate è finita Nel mese di agosto si mieteva il grano e si raccoglieva in covoni che venivano poi messi ad essiccare sulle “pèrgole” e a settembre si procedeva alla battitura delle spighe su un asse di legno o una ruota e poi le spighe venivano sottoposte alla battitura con il “flüel per far uscire tutti i chicchi di grano.
Quànt chè sé và 'n mùt sé càcia mìga
Quando ci si trasferisce in malga, non si caglia Si usa per indicare in generale, che l’inizio di un lavoro qualsiasi prevede un certo tempo, apparentemente infruttifero, per organizzarsi e preparare gli attrezzi; proprio come il giorno di arrivo delle vacche in malga in cui non si può fare formaggio
Sgà de bàti 'l fèr quànt che l'è càlt

 
Bisogna battere il ferro quando è caldo Come sa ogni buon fabbro, il ferro deve essere battuto quando è al colore rosso per poterlo piegare come si vuole: vuol dire che le cose devono essere fatte nel momento opportuno, non lasciar passare l'opportunità
Sgà de fa chél che se pöl e mìga chél che se öl


Si deve fare quello che si può e non quello che si vuole Non sempre è possibile fare quello che si vorrebbe sia per impedimenti fisici o esterni, per cui molto spesso siamo costretti a fare solo ciò che possiamo, ciò che la nostra condizione ci permette di fare
Tirà l'àqua al sö mulì
Tirare l'acqua al proprio mulino Quando la forza dell'acqua era l'unica in grado di azionare le ruote dei mulini, era di primaria importanza avere a disposizione un canale d'acqua costante come flusso e portata per far girare la macina. Per questo c'era chi cercava di far arrivare più acqua nel suo canale. Il detto vale fare i propri interessi come il latino “Cicero pro domo sua”
Tirà la léngua a strósech

 
Tirare la lingua a strascico Detto di chi pur di raggiungere un risultato, un obiettivo, è disposto ad un impegno prolungato e faticoso simile a quello del cane che si sfianca per la corsa e quando giunge ha la lingua penzoloni come se la tirasse a strascico per terra
Tiràs la sàpa süi pè
Tirarsi la zappa sui piedi Arrecare danno a se stessi, farsi del male.
Tö sü a l'òra

Raccogliere con l'aria Quando ancora in alta valle si seminavano cereali, dopo la mietitura e si batteva il covone (sbenasà) ed in fine si separava il chicco dalla pula aiutandosi con il vento
Töghi 'l fìl mòrt

Togliere il filo morto Il “fil mòrt” è la bava di ferro che si forma quando si affila un arnese tagliente. In senso figurato vuol dire far lavorare in modo disumano, fino allo sfinimento.
Vé a ségn
Sbrigati Detto di persona indecisa, titubante, lenta nel fare una cosa.
Zuntàghi 'l rèf e po' a li pèse.
Rimetterci il filo del refe e anche le pezze Si dice di un'azione che produce un risultato assolutamente insoddisfacente, che porta solo danno, come se una sarta dovesse riparare dei pantaloni e per voler fare un buon lavoro, oltre al rammendo mettesse anche delle pezze di stoffa e poi il cliente non pagasse più né il lavoro, né la merce usata (pezze)