Lavoro
'L càlt del lensöl 'l fa mìga bói 'l paröl. |
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Il caldo del lenzuolo
non fa bollire il paiolo. |
Era un invito ad essere attivi già dal primo mattino e non poltrire a letto. |
A fabricà e a begà se màia fò chél chè sè gà |
A costruire e a
litigare si spende quello che si è accumulato |
Quando uno intraprende una nuova costruzione deve mettere in conto una forte spesa ed un aumento dei preventivi; la stessa cosa quando uno ricorre agli avvocati per delle controversie. | |
Ai pultrù ghè dà fastìdi l'umbrìa dei lazarù |
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Agli sfaticati dà fastidio anche l'ombra dei lazzaroni |
Le persone che non si impegnavano nel lavoro o peggio ancora, oziavano, erano biasimate dai compaesani e viste come parassite. |
Anche 'n stràs de
'n caàgn al ve bù 'na ölta a l'àn. |
Anche un cesto
malridotto può tornare utile una volta all'anno. |
In un'economia di sopravvivenza, tutto poteva tornare utile, anche le cose più banali o insignificanti come un cesto, che tutti sapevano costruire. | |
Chi bé càrga, bé descàrga |
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Chi carica bene scaricherà bene |
La prima norma per un trasporto tranquillo ed efficiente passava per la capacità di saper caricare con criterio ed in modo intelligente, poi tutto sarebbe stato più facile. |
Chi chè öl pruà li
péne de l'infèrnu i fàghies 'l ferèr d'istà e 'l müradór d'invèrnu |
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Chi vuol provare le
pene dell'inferno, faccia il fabbro d'estate e il muratore d'inverno |
Tra i mestieri ce n'erano alcuni particolarmente ingrati come lo stare vicino al fuoco d'estate (fabbro) e lo stare all'aperto ed al freddo d'inverno (muratore). |
Chìì chè gà tèra,
gà guèra |
Quelli che hanno
terra hanno guerra |
Molto spesso avere dei possedimenti comportava un dispendio di energie e di tempo per seguire le varie pratiche ed ottenere il pagamento degli affitti. | |
Chìi chè sómna
quànt chè 'l crèsi la lüna, i fà pü tànta furtüna |
Quelli che seminano
quando cresce la luna fanno più tanta fortuna |
Era consuetudine che tutte le operazioni connesse con l'agricoltura venissero eseguite prestando attenzione alle fasi lunari perché c'era la convinzione che dall'influsso della luna dipendesse il raccolto. | |
Chìi che tìra dè
mìra, chìi che sòna la lìra, Chìi che pèsca cu l'àm, i crèpa de fàm. |
Chi vive di caccia, chi vive suonando, chi vive di pesca, muoiono di fame. |
Per poter provvedere alle necessità della famiglia bisogna avere un mestiere sicuro, in grado di far fronte durante tutto l'anno alle spese e non affidarsi ad attività occasionali e con poche possibilità di guadagno. | |
Fà e desfà l'è tüt laurà. |
Sia costruire che
disfare è pur sempre lavorare. |
Era un detto usato soprattutto quando qualcuno sbagliava un lavoro e doveva disfarlo per rifarlo nuovamente in modo più appropriato. | |
Ghè mài 'n brüt
teré per chi che 'l cultìa bé |
Non c'è mai un brutto
terreno per chi lo coltiva bene |
Chi si lamenta per il terreno che non è adatto o rende poco mette in rilievo la sua incapacità, perché per chi sa coltivare bene, ogni terreno è adatto. | |
I lauréncc del ràa, che a mangià i südàa e a laurà i zelàa. |
I lavoratori di poco
conto sudano quando mangiano e gelano dal freddo quando lavorano. |
Quando una persona è molto più attiva al momento dei pasti che durante le fasi lavorative, è un lavoratore di poco conto, che è meglio perdere che trovare. | |
I sólcc guadagnàdi
sénsa südór, si spéndi sénsa dulór |
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I soldi guadagnati
senza fatica si spendono con più facilità |
Chi si ritrova tra le mani i soldi e non ha sudato per guadagnarli, è portato anche a spenderli con disinvoltura, poiché non sa quanto è duro guadagnarli. |
Làghem la mia
èrba. che te làghi la tua merda |
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Lasciami la mia erba, che ti lascio il tuo concime |
Questo proverbio accenna all’utilità dei sovesci. Essa dipende dal fatto che talune piante posseggono meglio di altre la proprietà di assorbire molte materie alimentari dall’aria e forse di promuovere la decomposizione più rapida degli elementi mineralogici del suolo. |
Li umbrìe de l'istà, li fa màl l'invernu. |
Stare all'ombra in
estate si paga durante l'inverno. |
Stare all'ombra in estate può essere piacevole, ma si ripercuote sulla carenza di foraggio per il bestiame durante l'inverno. | |
Per 'n ciò
risparmià 'l caàl 'l s'è 'nsupà. |
Per aver risparmiato
un chiodo, il cavallo si è azzoppato. |
Era necessario ferrare i cavalli sia in estate che in inverno e il ferro degli zoccoli doveva essere ben saldo sull'unghia per non far scivolare il cavallo. | |
Pütòst de arà
quànt chè l'è bagnà, sta 'n del lèt e dì che t'è laurà |
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Piuttosto di arare
quando è bagnato, stai nel letto e dì di aver lavorato |
I lavori in campagna dovevano essere svolti a tempo debito e con il clima giusto altrimenti si rischiava di lavorare per niente. |
Quànt che 'l sól
'l tramónta, 'l laurént 'l sé 'npónta |
Quando il sole sta
tramontando il lavoratore si mette di buona lena |
Era un detto rivolto a chi durante il giorno aveva battuto la fiacca e che improvvisamente, con l'arrivo della sera, sembrava impegnarsi come non mai. | |
Quànt chè la fü la
tóca, coió chi nu la 'ngrópa |
Quando la fune tocca, sciocco chi non la annoda |
Era un invito a concludere le cose per non rischiare di perdere tutto, così come nel legare il carro di fieno, quando la fune toccava quella legata attorno, bisognava annodarla perché il carico fosse al sicuro. | |
Segà 'l fé cul
fiór, e le risìe cul culór |
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Segare il fieno con
il fiore, e il secondo taglio con il colore |
I tempi per la fienagione erano stabiliti: dopo S. Piero (29 giugno) per il fieno e dopo i primi di agosto il secondo taglio, quando l'erba aveva preso colore. |