La processione della "Madöna del ruzàri |
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La Madòna del ruzàri
L'origine
del culto della Madonna del Rosario è stata attribuita all'apparizione di Maria
a San Domenico nel 1208 a Prouille, nel primo convento da lui fondato.
La Chiesa cattolica celebra la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre di
ogni anno. Questa festa fu istituita con il nome di "Madonna della Vittoria" dal
papa Pio V a perenne ricordo della battaglia di Lepanto, svoltasi appunto il 7
ottobre del 1571, nella quale la flotta della Lega Santa (formata da Spagna,
Repubblica di Venezia e Stato della Chiesa) sconfisse quella dell'Impero
Ottomano.
Il successore, papa Gregorio XIII la trasformò in festa della "Madonna del
Rosario": i cristiani attribuirono il merito della vittoria alla protezione di
Maria, che avevano invocato recitando il Rosario prima della battaglia.
La devozione degli abitanti di Zoanno per la Madonna del rosario è quasi
certamente dovuta al dominio della Serenissima sul nostro territorio, e questo
si nota anche nell' ancona della chiesa che nonostante sia dedicata a S.
Giovanni, ha nella nicchia centrale la statua della Madonna con il bambino e
solo nelle due nicchie laterali le statue di S. Giovanni Battista e S. Giovanni
Evangelista. E' plausibile che in caso di difficoltà la prima a cui rivolgersi
fosse quindi la Madonna. La necessità di un aiuto si presentò allo scoppio della
prima guerra mondiale. All'inizio della guerra era stato emanato un bando che
imponeva a tutti gli abitanti di Zoanno di abbandonare le loro case. Gli
abitanti fecero voto di regalare alla chiesa una statua della Madonna del
rosario se fosse stato tolto il bando e fosse stato possibile rientrare nelle
proprie abitazioni.
Poiché il bando venne tolto e tutti gli abitanti di Zoanno poterono tornare al
loro paese e rimanervi indisturbati per tutta la guerra, il Sig. Favallini
Domenico, nuovo amministratore della cappellania alla morte di Don Signorini, al
termine della guerra acquistò la statua, opera di Ferdinand Demetz di St. Ulrich
in Val Gardena per lire 1.500 , ma, data l'inerzia con cui gli altri volevano
concorrere al pagamento, il Signor Favallini preferì pagare tutto lui solo. In
seguito a questa donazione divenne consuetudine in Zoanno la devozione alla
festa della Madonna del S. Rosario (7 ottobre).
La tradizione della processione per le vie del paese con la statua della Madonna
portata a spalle dai giovani si era conservata fino agli anni '70 quando era
stata abbandonata, anche se era rimasta ugualmente la festa della Madonna del
rosario che però aveva perso la solennità degli anni precedenti. Era infatti
consuetudine che, nei due giorni prima della festa e nel giorno della festa, i
ragazzi del paese salissero sul campanile e dopo aver "stangato" le campane
suonassero d'allegrezza. Suonare d’allegrezza significa usare una particolare
tastiera situata proprio sotto le campane, i cui grossi tasti sono collegati
mediante dei fili di ferro ai batacchi delle campane. Purtroppo la scarsa
manutenzione delle scale del campanile hanno costretto i responsabili a impedire
l'accesso ai ragazzi per la pericolosità della struttura e quindi anche la
tradizione di suonare d'allegrezza è stata abbandonata.
Dall'anno scorso però l'impegno dei giovani di Zoanno supportati dall'esperienza
e dai suggerimenti dei più anziani, ha permesso di cominciare a ripristinare
l'antica tradizione della processione. L'anno scorso si è iniziato con un
percorso più breve, mentre quest'anno è stato rifatto l'antico percorso
attraverso le strade del paese, con la presenza di numerose persone ed il coro
dei ragazzi di Ponte. La processione svoltasi alle 19 è stata molto suggestiva
per il buio che faceva risaltare le luci multicolori dei ceri racchiusi nei
flambeaux e con il sottofondo di canzoni e preghiere che si disperdevano nel
silenzio della sera. (Clicca
per vedere le foto della processione)
A rendere più comunitaria la giornata c'era stato a mezzogiorno il pranzo di
tutti gli abitanti di Zoanno che hanno voluto partecipere con un menù a base di
"Calsù de suàn". E' stato un bel momento di socializzazione in un clima
assolutamente fraterno e sereno.
Speriamo sia possibile ripristinare anche la tradizione di
suonare d'allegrezza non appena sarà ristrutturato il campanile e sarà
possibile raggiungere in sicurezza la cella campanaria così potremo diffondere
ancora nel vento, perché raggiunga tutti i paesi vicini, il ritornello
attribuito alle nostre campane: "Din don menèga, san Giuàn l'è nòs, tacaróm su
l'aqua de lavài zü 'l gòs".