Commento alla situazione dei paesi dell'Alta Valle nel 1807

 

Nella seconda metà del 1807 viene chiesto a tutti i sindaci della valle di rispondere ad un questionario inviato dal governo del Regno d'Italia dove vengono formulate una cinquantina di domande inerenti il territorio, la popolazione, l'economia, la religiosità e l'ordine pubblico. Le risposte ai quesiti ci permettono di avere un quadro dell'alta valle abbastanza dettagliato e si presume corrispondente al vero visto che a rispondere sono i sindaci dei vari paesi.
Il primo dato riguarda la popolazione. In quegli anni le zone corrispondenti agli attuali comuni dell'Alta Valle Partendo da Edolo, che ai tempi era diviso in tre comuni: Edolo, Mù, e Cortenedolo, per giungere a Ponte di Legno, avevano una popolazione di 7546 abitanti. Il Comune con più abitanti risultava Ponte di Legno con 1500 abitanti (poiché Edolo era diviso in tre comuni), quello meno popoloso era Pontagna con 150 abitanti. Nelle domande veniva chiesto di indicare il numero di nati e di morti negli anni 1804-05-06 suddivisi per maschi e femmine. Questo ci permette di avere un'idea della dinamica demografica naturale. Nei tre anni nella alta valle erano nati 412 maschi e 394 femmine ed erano morti 330 maschi e 308 femmine, con un saldo attivo di 168 unità, ma esaminando i vari comuni vediamo che Edolo è in forte espansione con un saldo attivo di 58 unità, come pure Mù (+ 20), mentre Ponte di Legno presenta un saldo passivo di 11 unità. In espansione risultano anche Vezza, Pontagna, Temù e Vione mentre sono in contrazione Villa, Incudine, Monno e Cortenedolo.
Per quanto riguarda l'economia sappiamo che gli abitanti dell'alta valle vivono quasi esclusivamente di agricoltura e di allevamento. In agricoltura si coltiva soprattutto la "Segala" in tutti i paesi con l'aggiunta di quantità minori di "Formento" e di orzo. Solo a Edolo e Mù si coltivano anche "Formentone nero, Gran Turco e miglio.
I cereali prodotti raramente sono sufficienti per il fabbisogno ed è necessario procurarseli altrove. Al momento non c'è traccia della coltivazione delle patate.
L'allevamento è invece notevolmente sviluppato, soprattutto nel comune di Ponte di Legno dove si contano 6040 pecore 1279 vacche (tabella allevamenti). In totale da Edolo a Ponte abbiamo 2213 capre, 9764 pecore, 3660 vacche, 124 buoi, 87 cavalli. Questo non ostante il sindaco di Ponte annoti che "Due anni sono serpeggiò un morbo fiero fra le pecore di questo Comune, detto Vajuolo che ne perirono circa 3000 e restarono rovinate varie famiglie e nell'inverno stesso perirono pure altrettante pecore dalle idatidi epatiche, dette dai pastori Marzera." Sempre il sindaco di Ponte di Legno scrive che "L'arte pastoreccia unica forma il nervo di questa Comune, del restante non vi sono che pochi sarti, calzolai e falegnami mercenari per un economico domestico ed una fucinetta di maglio di ferro che ritrae il carbone dall'estero per sussistere mercè la scarsezza qui di legna.
.... I prodotti sopranominati, oltre all'uso nel paese si smerciano nel Regno massime in Lombardia passati essendo all'estero soli 300 Castrati circa ad uso di carne nel Tirolo."

Risultano due sole fiere dedicate soprattutto alla compravendita degli animali: a Vezza d'Oglio il 28-29-30 settembre ed a Pontagna l'8 settembre. Anche Ponte è intenzionato a istituire una fiera in settembre (sarà il 16 settembre).
In tutto il territorio dell'Alta Valle non esiste alcun ospedale così come sono assenti case di educazione.
Per quanto riguarda l'ambiente in cui vivevano i nostri predecessori, si tratta della parte terminale della Valle Camonica che va da Edolo al passo del Tonale ed al passo del Gavia, con un'altezza minima di 638 m sl/m. ed una massima di 3554 m sl/m. L'estensione del territorio si aggira sui 372,71 Kmq, ma nessun sindaco era stato in grado di rispondere al quesito che chiedeva "Tutto il terreno di cotesto Comune è egli coltivato? Se ve n'ha di incolto perché lo è e quale ne è l'estensione?" Al massimo le risposte erano simili a quella che scrive il sindaco di Incudine:"La cagione del terreno incolto si è per essere montagne e rupi incoltivabili. La estensione non si pol dare per non esservi misura cavata"; solo il sindaci di Pontagna dopo aver spiegato che :"Vè incolto. Perche alpestre, freddo ed incapace di rendere un frutto corrispondente al travaglio. Deti fondi coltivati non averebbero alcun valore se non avessero le dotti dei beni incolti dai quali si ricava lo strame ed i fieni selvatici a mantenimento dei bestiami" azzarda una misura." L'estensione sono piò circa 10" affrettandosi poi a precisare :" non poterlo però rilevare il preciso." Su una superficie di terreno così ampia vivevano 7546 abitanti con una densità di circa 20,3 abitanti per Kmq. Bisogna però notare che la popolazione era concentrata in una stretta striscia del fondo valle con predilezione per il versante destro orografico della valle dove sorgono quasi tutti i paesi. Attorno ai centri abitati vi era una fascia di terreno coltivata a campi sempre sul versante destro della valle, mentre oltre si estendevano i prati, anche sul versante sinistro e poi i boschi ed i pascoli. I boschi sul versante sinistro iniziavano quasi a ridosso del fiume e solo dove confluivano valli laterali trovavano posto i prati, mentre sul versante destro il bosco di conifere iniziava oltre i 1500 - 1600 m ed a tratti si creavano sui fianchi più pianeggianti delle radure, dove sorgevano le baite per l'alpeggio estivo circondate da prati. Questi agglomerati raggiungevano quote fino a 1800 m sl/m ed erano collegate tra di loro e con il paese da delle strade carrabili o delle mulattiere con pendenze spesso notevoli.
Ecco perché per parlare della viabilità agli inizi dell'800 è necessario partire dall'analisi dell'utilizzo del territorio in quest'epoca.