La Neve

"La néf dizimbrìna per tre més la mè cunfìna"

Così recitava un proverbio dei nostri paesi, ed attualmente non riusciamo a renderci conto di cosa volesse dire trovarsi completamente isolati per mesi, poiché oggi non appena nevica gli spazzaneve entrano in funzione e nel giro di poco tempo la strada è di nuovo agibile, ma le cose non erano in questi termini nel periodo che stiamo analizzando. Una persona del tempo e quindi avvezza a vivere in questi posti spesso inospitali così scriveva:

All'Imp. R. Delegazione Provinciale di Bergamo
Edolo 25 Gennaio 1827

Ieri all'oggetto di assistere ai Consigli e Convocati della prima ordinaria adunanza dell'andante anno ho intrapreso il viaggio della parte superiore del Distretto principiando da Vezza in su.
Partito dall'Ufficio alle sei e mezza della mattina a piedi nella circostanza che non si può viaggiare a cavallo e molto meno in sedia per essere la Regia Strada tutta ingombrata da una straordinaria quantità di neve a stento mi riuscì di arrivare in detto Comune di Vezza alle ore undice consumando quattro ore e mezza di faticosissimo viaggio quando a percorrere detto viaggio di sei miglia circa si impiega un'ora e mezza e ciò in causa che detta strada è talmente ingombrata di neve che non è assolutamente praticabile.
La neve si conserva all'altezza di braccia due e più, né si scorgono i muri laterali alle strade perché la neve si trova all'eguale altezza.
Si percorre per un angustissimo calle largo niente più di un quarto di metro che presenta ad ogni momento i più grandi pericoli per delle profondità e rialzi per cui lisciando si espone di scavezzarsi le gambe e le coscie.
A quanto sopra si aggiunga che il vento ha in molti luoghi e per lunghi tratti radunata la neve nel sito della strada per cui la neve stessa arriva alla metà della persona del viaggiatore sebbene sotto detto calle vi sia ancora la neve indurita dal freddo all'altezza di circa un braccio.
Fa compassione invero la situazione di questi abitanti vedendosi già da venti giorni e più interrotte le comunicazioni per cui è tolto alla massima parte di essi ogni mezzo di sussistenza per non poter occuparsi nei soliti trasporti di ferro, legnami, carboni, granaglie ed altri generi di prima necessità e molto più si aumenta il dolore nell'osservare che nessuno pensa a provvedere anco in vista che l'aspetto attuale del rigidissimo freddo sopravvenuto stato causato dal vento e dalla serenità si prevede che per più mesi abbia a continuare l'attuale stato di essere tolta ogni comunicazione.
Dopo aver esposto le suddette cose di fatto che in nessuna parte sono esagerate perché riconosciute in luogo dallo scrivente si rassegna in originale il rapporto della Deputazione di Vezza accompagnante un ricorso del negoziante Signor Gio Andrea Gregorini diretto ad ottenere che sia a tanta calamità e colla possibile sollecitudine provveduto, osservandosi che da raccolte informazioni si sarebbe da tutte le Deputazioni limitrofe alla R. Strada già dato mano al desiderato sgombro se non temessero di restare personalmente esposte per la spesa come arbitraria e quindi se se fossero assicurate del rimborso o dall'I.R.Erario, o dall'appaltatore o finalmente dai rispettivi Comuni, al minimo cenno sarebbero pronte a prestarsi con energia e colla massima possibile economia trattandosi di far cessare tanti lamenti e portare un indicibile vantaggio alla popolazione.
Viene spedito il presente per apposito espresso a cura e spese dei maggiori interessati e quindi si prega di quelle provvidenze che si credessero d'impartire col ritorno dell'espresso stesso.
L' I.R.Comm.o Dist.e

E non bisogna pensare che inverni con tanta neve fossero rari, perché le lamentele per le strade impraticabili in inverno sono frequenti e seppure le persone fossero abituate, i disagi erano veramente notevoli. Chi abita in montagna sa che in inverno deve essere pronto a spalare la neve per fare la "calàda cioè il sentiero che permette di passare da una casa all'altra od alla stalla ed al fienile, o raggiungere la strada principale dove però il compito di tenere sgombera la carreggiata dalla neve era affidato all'autorità governativa e qui entrava in gioco la burocrazia e si rischiava di non avere le strade agibili per controversie tra i vari poteri come testimonia il seguente documento:

All'I. R. Delegazione Prov. di Bergamo
Edolo 17 gennaio 827
Continuano incessantemente i pubblici lamenti per l'impraticabilità delle strade e perché non si fanno sgomberare dall'alta neve che le occupa. Anche il medico Sandrini di Ponte di Legno mi ha diretto l'unita sua lettera colla quale descrive i danni grandissimi che ora derivano al commercio ed ai poveri carettieri che ritraggono la loro sussistenza colla traduzione delle merci, per causa dell'universale ingombramento delle Strade, come pure l'impedimento in cui si trova nell'esercizio della sua professione. Per verità queste voci lamentevoli mi affliggono sommamente e tanto più perché ora essendosi fortemente indurita la neve vedo difficilo lo sgombrarla dalle strade se non con una vistosissima spesa. Sino nei primi giorni in cui cadde la neve stessa io ero per ordinare alle Comuni di rendere libera e transitabile la R.a Strada nel tramite percorrente il rispettivo territorio, ma venutomi in mente che gli appaltatori della medesima dovevano essere, a norma del loro contratto, di mantenere libere le strade dal ghiaccio e dalla neve, in tempo d'inverno, sospesi in proposito ogni disposizione, aspettando le superiori disposizioni sul rapporto fatto il giorno 5 Gennaio N° 2 e che gli appaltatori medesimi eseguissero i rispettivi incombenti in proposito, ma nulla operarono fin ora ed il pubblico ne risente perciò incalcolabili pregiudizi.
In conseguenza rimettendo la succitata lettera del medico Sandrini e richiamando le mie antecedenti relazioni 12-13 e 15 corr.te N° 46.63 e 69 invoco fervidamente le superiori pronte provvidenze.
L'I.R. Commiss. Distrettuale

Le cose erano ancora più complicate per i "forestieri, per coloro cioè che venivano a trovarsi in situazioni difficili lontano da casa; la presunta solidarietà delle genti di montagna non era sempre scontata, come testimonia l'episodio occorso ad un gruppo di tirolesi bloccati per il maltempo in Tonale:

Ponte di Legno 1 marzo 1836 urgente
Resasi impraticabile da più giorni la regia strada che mette al Tonale per la grande quantità di neve caduta, 15 e più persone tirolesi dirette alle proprie case dovettero qui trattenersi in sull'osteria vari giorni per non poter passare il Tonale.
Presentatesi ieri sera alla deputazione comunale insistettero perché si voleva interessare presso l'impresario della strada medesima affinché se non era il momento possibile lo sgombero dalla neve gli dessi almeno qualche uomo che li servisse di guida ed aggiunto a superarla. Non ha mancato la deputazione di interporre i propri uffici presso Biotta procurando di persuaderlo di mostrargli assistenza quale col mezzo del stradaiolo Antonio Ferrari ha fatto rispondere di non essere obbligato a tale sgombro e ricusò ogni soccorso.
Questi poveri forestieri mal pratici della località e poco difesi da abiti per fare la montagna e forse anche scarsi di numerario nuovamente ricorsero a questo ufficio pregando e supplicando che gli venisse dato qualche aiuto.
Mosso a compassione lo scrivente somministrò ai postulanti questa mattina alcuni uomini pratici sperando che con l'opera di questi non senza immensa fatica saranno per superare l'ostacolo che la neve oppone al libero passaggio. Dell'accaduto e delle date disposizioni resta soggetto di rapporto onde esserne istruto se può ed a chi spetta l'indennizzo dell'incontrata spesa per cena su questa causa e per averne il di lei savio parere come debba dirigere nell'emergenza di consimili casi succedendone non di rado.
Non devesi poi passare sotto silenzio atteso che trovasi interrotta anche da qui a Edolo la comunicazione dei condottieri portando questo un incaglio al commercio le continue istanze e lagnanze che tutti i di vengono fatte da questi comunisti e Foresti che sono costretti rimanersene inoperosi colle loro bestie non prestandosi il nominato impresario a tenere le strade aperte e carreggiabili. Si unisce un ricorso stato in questo momento insinuato da molti particolari su tale oggetto.
Deputati Sandrini Nazari

Ma come facevano fronte i nostri vecchi alle intemperie invernali? Abbiamo già accennato al fatto che ciascuno era responsabile dello sgombero neve delle sue proprietà, quando la neve non poteva essere spalata veniva compressa fino a diventare dura e scivolosa, adatta quindi per essere percorsa con slitte trainate da animali ai quali venivano messi speciali ferri sugli zoccoli per poter transitare anche sul ghiaccio senza scivolare. Per quanto riguardava la strada pubblica, si utilizzava lo spartineve trainato da diverse coppie di equidi in base alle pendenze da superare.
Ecco come era descritto questo marchingegno adatto a rendere transitabili le strade anche in pieno inverno:

Dello slittone che serve per sgombrare la neve dal piano rotabile sulle regia strade della provincia di Brescia.
Il congegno in legname, o cosiddetto slittone, che fu con si felice successo impiegato per sgombrare la neve dalla carriera rotabile sulle regia strade bresciane è formato nella sua ossatura planimetrica a triangolo isoscele come vedasi negli uniti disegni tavola uno e due.
Due cantili di castagno riquadrati grossi metri 0,15 × 0,20, lunghi metri cinque uniti fra di loro in testa per una parte, e divergenti simmetricamente dall'altra sino alla larghezza di metri quattro collegati poscia in coda da un terzo cantilo grosso metri 0,12 × 0,15 che appoggia verso l'estremità dei primi due descritti, ed è su di essi infisso con chiodi, formano per così dire il piano principale, lo scheletro dello slittone, che viene poi rinforzato da altri tre traversi o contrasti simili agli ha descritto di coda posti al medesimo paralleli e ripartiti a distanze tali da rendere sistema suddetto in ogni punto solido e debitamente resistente.
Sui due cantili principali sono innalzate le due sponde alte circa metri 0,60 con assone di larice grossi metri 0,04, assicurate in base ai suddetti due cantili ove è praticato un apposito risalto e per il rimanente assicurate nelle teste da traversoni, e in altrettanti gatelli incastrati verticalmente nei due ripetuti legni principali, giusta i relativi dettagli in disegno. Tutto questo meccanismo poi viene tenuto in sesto nel labbro superiore con tre barre o spranghe di ferro, la prima delle quali è situata precisamente in coda allo slittone e le altre due parallele come indicato in pianta.
Si rileverà dal detto disegno delle sponde suddette non sono verticali (per le ragioni che si diranno in seguito), ma piuttosto sporgenti verso l'esterno, ed a tale inclinazioni di sponde ne consegue che anche lo spigolo al luogo della loro riunione è nella parte superiore più sporgente che nel corrispondente punto proietto in base, e l'inclinazione di questo spigolo tagliente contribuisce non poco ad agevolare l'operazione cui è destinato. E poi desso armato di reggia di ferro che prolunga si anche tutto lo al lungo sotto i due cantili nella larghezza di metri 0,10, grossezza metri 0,05 all'oggetto di rendere facile lo strisciamento, e di conservare meglio il legname in punta ed in base ove affronta i maggiori ostacoli e ove soffre i maggiori attriti.
Oltre la suddetta reggia vi si aggiunge a maggior solidità della parte estrema del partineve, una fodera di lamiera di ferro.
Verso l'angolo interno di congiunzione, e precisamente sull'ultimo contrasto se ne aggiunge sovrapposto un altro tutto simile a ridetto debitamente assicurato con chiodi, ed è in questo. Che viene raccomandata la grossa catena per l'attiraglio si passa poi mediante foro nello spigolo del nominato partìneve.
Tale è la forma dello slittone è ben diverso dagli altri usati per percorrere sulla neve aventi la loro base anteriore ricurva, onde con facilità superare le ondulazioni della neve stessa o del ghiaccio, ha invece questo la base perfettamente piana e da punta tagliente, onde anzi che sormontare ieri dossi e gli ostacoli che gli si presentano, abbia ad investirli e vincerli all'intento di toglierli e sgombrarli dalla carriera rotabile.
Il descritto slittone viene mosso d'ordinario da due pariglie di buoi preceduto da un cavallo che serve di guida per la retta direzione. Trascinato così tale congegno sulla carriera stradale quand'è ricoperta di neve, ne risulta che il medesimo vi si immerge con la punta, vi si introduce ed a guisa di Cuneo le obbliga col suo moto progressivo e con la divergenza delle sue sponde a ritirarsi di mano in mano comprimendolo lateralmente, per modo che tutta vi entri la larghezza dello spirito me stesso, il quale avendo come si disse l'apertura di coda di metri quattro lascia una conseguente solcatura nella neve di metri quattro e quasi a terreno scoperto quanto più il meccanismo è pesante e quanto più l'operazione replicata a neve di recente caduta.
Nell'esecuzione di quest'operazione scorge si la necessità che le sponde abbiano la retro indicata inclinazione sporgente al labbro superiore. Se esse fossero verticali la neve, sebbene comprese i lati, non potrebbe sostenersi verticalmente e ricadrebbe nell'aperta carriera. Con la inclinazione delle sponde viene invece modellata a sostenersi da sé.
10 uomini sono impiegati in questo lavoro, se cioè destinati a seguire il lento convoglio ora per coltivare a scarpa la neve gettata ai lati, ora per agevolare il moto dello slittone se viene per qualche accidente ritardato o impedito, ora anche per servire di peso allo scrittore stesso, onde mantenerlo piano il più possibile. Gli altri quattro hanno l'incarico di praticare dei tagli nella neve laterale ad ogni 10 m di distanza alternati a destra ed a sinistra onde procurare uno scolo alla fatta carriera. Eseguiscono anche delle piazzette di cambio ad ogni metri 100, lunga metri 15, larga metri due e rompono i ghiacci che si formano. Replicando i viaggi a neve di recente caduta si va ad ognuno dessi migliorando la carriera di cui trattasi e può anche essere allargata facendo successivamente percorrere lo slittone piuttosto verso un lato che sulla mezzeria.
Dagli esperimenti fatti risulta che nel suo esposto modo si può in un giorno aprire una conveniente carriera rotabile di lunghezza di bresciani miglia 10 di metri 1475 cadauno.
La costruzione dello slittone importa in complesso lire 140 e computato l'interesse di questo importo e la spesa corrente per attiraglio e manodopera si ha che la suddetta carriera larga metri quattro con gli opportuni scoli e piazze di cambio importa effettivamente circa millesimi 35 al metro di fuga, ossia lire 5,16 per ogni miglio bresciano come sopra. Questo importo però verrebbe ad essere aumentato se non si esegue l'operazione immediatamente dopo avvenute le nevicate, e quanto più viene ritardata tanto più rendersi malagevole difficile risultato.
(Discipline Normali per la manutenzione delle strade Nicolò Bettoni Brescia 1831 pag. 19)

Ogni comune era pertanto responsabile per il tratto di Strada Regia che insisteva sul suo territorio e doveva mantenerlo in efficienza e sgombero da neve; le spese sarebbero poi state rimborsate dal governo centrale in base ai Km di strada che doveva mantenere pulite. Come esempio abbiamo il rimborso effettuato nel 1837 dal governo di Milano ai vari comuni dell'Alta Valle:

Milano 10 dicembre 1837
visti gli atti trasmessi con rapporto 4 settembre numero 1843 /952 il governo ha trovato di ammettere a carico del regio erario il rimesso nella complessiva somma di lire 1916. 20 a favore delle deputazione comunali e nelle partite seguenti cioè:
al comune di incudine lire 411
al comune di Pontagna lire 197. 50
al Comune di ponte di legno lire 275. 20
al comune di temù dire 223
al comune di Vezza lire 448
al comune di vione lire 295. 50
al comune di Villa lire 66
Per la spesa sostenuta nel far sgombrare dalla neve la regia strada di Valle Camonica da Edolo al tonale disponendo sull'imperiale regia cassa di finanza in cotesto atto il pagamento delle suindicate somme.
Al fine poi di evitare per l'avvenire gli inconvenienti e le mancanze indicate dall'ingegnere in capo viene incaricata codesta delegazione provinciale di dare ordine col mezzo delle imperiale rege commissarie distrettual alle deputazioni dei comuni lungo la regia strada che verificandosi l'urgenza di far aprire lungo di essa il calle nella neve per conto del regio erario, debbano darne immediata notizia al commissario distrettuale il quale potrebbe accordare facoltà ad intraprendere il lavoro solo allorquando ne si riconosca positivamente l'urgenza, nel qual caso dovrà farne tosto rapporto all'autorità provinciale perché ove creda necessario ordini all'ingegnere in capo di spedire il nuovo o l'ingegnere di riparto o un assistente secondo i casi per accertarsi e dell'urgenza del lavoro e delle importanza della strada i perché nell'esecuzione dei lavori abbia tenersi regolare nota dei giornalieri pattuendone la mercede.
Per il signor governatore
firma illeggibile

Il rischio Valanghe
Quando la neve si accumula sui pendii ripidi e con poca vegetazione può accadere che la massa nevosa scivoli a valle travolgendo tutto nel suo cammino. Anche nella nostra zona abbiamo documentazione di alcuni episodi verificatisi fortunatamente senza vittime, ma solo con danni materiali, come nel natale 1836 quando una valanga scivolò dalla Valle Aperta a Precasaglio; ecco il documento:

N° 2867
All'I.R.Delegazione Prov.le
Bergamo

La straordinaria quantità di nevi cadute nei giorni 25 e 26 scadente mese avendo interamente interrotto il transito sulla strada Prov.le che da Incudine conduce al Tonale ho ordinato alle deputazioni comunali di disporre ciascuna nel proprio territorio affinché sia tosto ripristinata la comunicazione con questo capoluogo nel modo più economico e soddisfacente.
Tanta fu la quantità caduta nelle vicinanze di Ponte di Legno che uno straordinario ammasso staccatosi la mattina del 26 alle 9:00 dalle vette del monte sumobosco rotolando per la valle aperta vicino a Precasaglio schiantando molti alberi e seco travolgendoli ingombrò per lungo tratto la strada comunale tra Precasaglio e Pezzo in modo da intercettarne il transito ai ruotanti per alcuni mesi, asportò le barriere di difesa alla strada sotto la chiesa di San Rocco e ritombo' con tanto impeto sui sottoposti edifici di mulini e fucina situati sul fiume Oglio di proprietà Giovanni Ferrari Sebastiano Carettoni e Giuseppe Franceschetti che li distrusse interamente trasportando Il materiale sull'opposta sponda. Per ora non si può calcolare il danno arrecato da questo infortunio in cui non è rimasta alcuna vittima per essere giorno festivo.
Edolo 31 dicembre 1836
commissario distrettuale