La Strada Valeriana agli inizi del 1800
Nella mappa del comune di Mù del catasto napoleonico, eseguita sotto la direzione
dell'ing. Carlo Fontana, la strada principale di collegamento
tra
i vari paesi era detta "Valeriàna" e, partendo dal confine con il comune di
Sonico, nei pressi dell'attuale centrale in caverna, si snodava a fianco
dell'odierna ss 42 fino a congiungersi con la suddetta strada poco prima
dell'attuale passaggio a livello. Proseguiva quindi entrando nell'abitato, che
era detto Capo di Ponte, e qui si biforcava; un ramo superava il fiume sul ponte
rialzato di Mù e risaliva la valle sul fianco destro idrografico, mentre un ramo
proseguiva in salita all'interno di Capo di Ponte e, dopo aver incrociato una
santella proseguiva, in direzione nord-est sul fianco sinistro, ed era indicata
come strada comunale detta d'Incudine.
La strada sulla destra idrografica
percorreva tutta la piana detta ”rónch lònch e risaliva verso Iscla superando
uno stretto passaggio tra il costone del monte detto ”Pagaröla ed il fiume.
Questo tratto ha sempre presentato grosse difficoltà perché dalle rocce del
”Pagaröla si staccavano sovente grandi massi e numerosi erano i rivi d'acqua che
fuoriuscivano dalla roccia, per cui d'inverno il percorso era spesso ghiacciato.
Superato comunque l'ostacolo, si procedeva in direzione di Iscla e, poco sotto la
chiesa di S. Brizio, la strada si biforcava ed un ramo saliva verso Monno e
l'altro, dopo aver attraversato il ponte detto appunto di S. Brizio, superava una
leggera salita detta "la Pontéra" e si ricongiungeva con la strada proveniente
da Mù che risaliva sul versante sinistro.
Sulla mappa era scomparsa la dicitura
di "strada Valeriana" che riappariva però dopo il ricongiungimento delle due
strade. Superata la Val Moriana e lasciata sulla destra la zone di Incudine al
vago, giungeva al ponte di Incudine ed il percorso si spostava sul versante
destro. Dopo aver costeggiato il fiume Oglio giungeva ad un dosso che obbligava
la strada a salire in prossimità della zona chiamata ”Sàlt del Lùf.
Dopo aver superato il bivio per Davenino,
proseguiva in piano sotto la frazione di Davena e, nei pressi delle
”Fontanàce
cominciava a risalire verso Vezza. Poco prima di giungere al torrente "Valgranda
risaliva un poco nel paese, per attraversare il corso d'acqua sul ponte davanti
alla chiesa, per poi proseguire a sud della stessa ed attraversare la contrada di
”Fóndol al termine della quale la strada continuava in direzione est
attraversando i prati di ”san Bastià e ”Predebür fino a giungere ai confini del
comune. |
Entrata nel comune di Vione la "Valeriana
proseguiva verso Stadolina bassa dove, attraversata la zona delle "Fuzìne, si portava
nuovamente sul versante sinistro passando su un ponte che verrà
spesso travolto dalle piene e rifatto subito dopo. Superata la zona detta dei
”Boscàs, entrava nel territorio del comune di Temù.
Qui, oltrepassata la ”Àl Finarècla, attraversava la zona di
”Caaiù e il torrente ”Coleàsca che scende dalla ”Àl de l'Àvio,
detta sulla carta Valle degli Àvoli. Dopo aver
costeggiato per breve tratto il fiume Oglio, al ”Pònt de la Fuzìna si riportava
sul versante destro ed affrontava una ripida salita ed un'altrettanta erta
discesa chiamata contropendenza di Temù.
A
questo punto si entrava nel territorio comunale di Pontagna perché in
quel periodo Pontagna era comune autonomo e, dopo aver attraversato tutto
il paese, si procedeva con una
ripida salita, che costituirà motivo di lamentele per la durezza del percorso, nei pressi della zona detta ”Somvìch, giungendo così in territorio
di Villa Dalegno.
Anche
Villa, agli inizi del 1800, era comune autonomo; la strada Valeriana
lambiva solo marginalmente le terre di Villa. Nei pressi di una santella,
detta ”santèl di arìch, spianava ed attraversava
i prati ed i campi di ”plàsa e del ”dònech de sót, superava un torrente detto
”el rìo ed entrava nel territorio di Ponte di Legno.
Qui subito si presentava una
ripida salita, che portava ad una santella detta del ”Buòn Consìglio e, subito
dopo, un'altrettanto ripida discesa, per giungere al centro del paese. Sulla
discesa, nei pressi di un crocifisso detto di ”'ntremür, partiva una nuova strada chiamata dipartimentale,
che procedeva verso il passo del Gavia per il collegamento con il
dipartimento dell'Adda e quindi con Bormio e la Svizzera. Dalla piazza
di Ponte partiva invece la strada per il Tonale, che veniva raggiunto
grazie ad una strada detta ”la Vèa de li Ólte.
Nel
compilare l'elenco delle strade del comune, in base al regolamento del 9 marzo
1808, il sindaco di Ponte di Legno nel 1812 scriveva:"Tutte le qui sovradescritte
strade Comunali percorrenti questo Circondario sono tanti rami derivanti dalla
Strada Dipartimentale la quale percorre nel centro di questo comune cominciando
nella Valle di Finarecla nei confini della Comune di Vione, passando per
Pontagna, prosiegue sino al Crocefisso d'Intremur, cui forma un Bivio delle
quali una serve di comunicazione col dipartimento Alto Adige passando per questo
Capo Comune e d'indi si ascende il Monte Tonale e questa attualmente trovasi in
stato mediocre, l'altra passando per le Terre di Zoanno e Precasaglio, e
trasferendosi nella valle delle Mes sotto la chiesa campestre di S.ta Appollonia
si ascende il Monte Gavia unica strada che serve di comunicazione con il
Dipartimento d'Adda nell'ex contado di Bormio, frequentata da moltissimi
Passaggieri, e massime nel tempo d'estate per approfitarsi dei Bagni di Bormio;
la qual strada pure attualmente trovasi in più luoghi in totale deperimento, o
pressoche impraticabile; e quindi umilmente si addimanda alle Superiori autorità
l'occorente, e necessaria Provvidenza d'essere ristaurata."
(A.S.Bs Atti di Valle Camonica Inventario
strade 1812) |