Sàn Màrch   

Quota =  1590 m.

Tipologia = Segno religioso, edicola votiva

Posizione: a ”pés, lungo la strada dei ”clüs, a nord de ”li gùi, a est del ”mandröl, a sud e a ovest del ”viàl.

Descrizione: piccola santella votiva dedicata a S. Marco che nella tradizione si celebra il 25 aprile; era anche l'occasione per l'ultima ”rugasiù prima del divieto di andare nei prati che scattava il 3 maggio, giorno di ”sànta crós.

Etimologia: edicola dedicata a S. Marco, uno dei quattro  evangelisti, rappresentato con il simbolo del leone che stringe tra gli artigli il vangelo. Il giorno di ”sàn màrch era una delle ricorrenze nelle quali si andava nei campi fino a una santella o un crocifisso in processione per le ”rogasiù.

Storie o leggende:  le ”rogasiù (da Wikipedia) Le rogazioni sono, nel cattolicesimo, preghiere, atti di penitenza e processioni propiziatorie sulla buona riuscita delle seminagioni.
Si distinguono in "maggiori" nella giornata del 25 aprile e "minori" nei tre giorni che precedono la festa dell'Ascensione.
L'usanza ha origini molto antiche e risale a un evento accaduto nella Gallia Lugdunense nel V secolo. Nell'anno 474 si abbatterono nel Delfinato varie calamità naturali e un terremoto. Mamerto, vescovo di Vienne (poi proclamato santo) chiese ai suoi fedeli di avviare un triduo di preghiera e di digiuno e stabilì di celebrare solenni e pubbliche processioni verso alcune chiese della diocesi. I tre giorni di penitenza si conclusero il giorno dell'Ascensione.
Questa "proposta" di preghiera che il vescovo fece alla popolazione venne chiamata «rogazione», dal latino rogatio, usato nell'antica Roma per indicare una proposta di legge nata dal popolo.
Le processioni delle Rogazioni minori si svolgevano per tre mattine consecutive, nei giorni antecedenti la festa dell'Ascensione: lunedì, martedì e mercoledì (in quanto l'Ascensione cade sempre di giovedì). Il percorso, che prendeva inizio già alle 5-6 del mattino e si poteva snodare per diversi chilometri, era studiato in modo che tutto il territorio della parrocchia potesse, sia pure a distanza, essere visto.
Il punto di partenza era sempre la chiesa parrocchiale, ma ogni giorno veniva seguito un percorso differente, che giungeva fino ad un punto prestabilito, un luogo significativo del territorio della parrocchia (spesso segnalato da una santella o capitello), in mezzo ai campi. In testa al corteo stavano le Confraternite maschili (ad esempio i disciplini) con le loro insegne, seguiva quindi il clero (chierici, seminaristi, diaconi e sacerdoti). Dietro, le donne, i bambini e in fondo gli uomini. Il sacerdote (che indossava paramenti viola) presiedeva il rito. Non si accendeva il cero pasquale.
Durante il cammino si recitava una preghiera di gruppo: il sacerdote intonava le Litanie dei santi; non appena si giungeva nei punti prestabiliti, la processione si fermava, il chierico alzava la croce e, rivolgendosi ai punti cardinali, recitava le invocazioni delle litanie: A fulgure et tempestate, A peste, fame et bello, ecc. a cui la popolazione rispondeva Libera nos Domine.
Le rogazioni maggiori hanno un'origine ancora più antica. Si rifanno a una celebrazione pre-cristiana, le Ambarvalia. I riti dell'Ambarvalia erano processioni fatte allo scopo di propiziare il buon esito dell'annata agraria. L'ambarvale più importante era quella che si teneva nel giorno del calendario corrispondente al 25 aprile. Tale celebrazione fu trasformata in rito cristiano da papa Liberio (325-366). Ancora alla fine del secolo, però, la celebrazione era radicata nella popolazione con rito pagano: emblematico fu il martirio dei predicatori della Val di Non, a Sanzeno, il 29 maggio 397, che tentarono di dissuadere i popolani dal praticare l'antico culto.

Testo integrale delle litanie delle rogazioni.
A damnatione perpetua, Libera nos domine.
A subitanea et improvvisa morte, Libera nos domine.
Ab imminentibus peccatorum nostrorum periculis, Libera nos domine.
Ab infestationibus daemonum, Libera nos domine.
Ab omni immunditia mentis et corporis, Libera nos domine.
Ab ira, et odio, et omni mala voluntate, Libera nos domine.
Ab immundis cogitationibus, Libera nos domine.
A coecitate cordis, Libera nos domine.
A fulgure, et tempestate, Libera nos domine.
A peste, fame, et bello, Libera nos domine.
A flagello terrae motus, Libera nos domine.
Ab omni malo, Libera nos domine.
Per mysterium sanctae incarnationis tuae, Libera nos domine.
Per passionem et crucem tuam, Libera nos domine.
Per gloriosam resurrectionem tuam, Libera nos domine.
Per admirabilem ascentionem tuam, Libera nos domine.
Per gratiam sancti Spiritus paracliti, Libera nos domine.
In die judicii, Libera nos domine.

Peccatores, Te rogamus audi nos.
Ut pacem nobis dones, te rogamus audi nos.
Ut misericordia et pietas tua nos custodiat, te rogamus audi nos.
Ut Ecclesiam tuam sanctam redigiri, et conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut domnum Apostolicum, et omnes gradus Ecclesiae in sancta religione conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut Episcopos et Praelatos nostros, et cunctas congregationes illis commissas in tuo sancto servitio conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut inimicos sanctae Ecclesiae humiliare digneris, te rogamus audi nos.
Ut regibus et principibus nostris pacem et veram concordiam, atque victoriam donare digneris, te rogamus audi nos.
Ut cunctum populum christianum pretioso tuo sanguine redemptum conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut omnibus benefactoribus nostris sempiterna bona retribuas, te rogamus audi nos.
Ut animas nostras, et parentum nostrorum ab aeterna damnatione eripias, te rogamus audi nos.
Ut fructus terrae dare, et conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut oculos misericordiae tuae super nos reducere digneris, te rogamus audi nos.
Ut obsequium servitutis nostrae , te rogamus audi nos.
Ut pacem nobis dones, te rogamus audi nos.
Ut loca nostra et omnes abitantes in eis visitare et consolari digneris, te rogamus audi nos.
Ut civitatem istam, et omnem populum ejus protegere, et conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut omnes fideles navigantes et itinerantes ad portum salutis perducere digneris, te rogamus audi nos.
Ut regolarisbus disciplinis nos instruere digneris, te rogamus audi nos.
Ut omnibus fidélibus defunctis requiem aeternam dones, te rogamus audi nos.
Ut nos exaudií dignéris, te rogamus audi nos.
Fili Dei te rogamus audi nos. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi. parce nobis, Domine.