Comune di Vione
Settor
i:     staulìna - viù - cané,     àl de cané,     tremons,     àl paghèra de staulìna

Sotto, la descrizione del comune di Vione come lo vedeva il Rizzi nel 1870 e a lato la fotografia aerea della zona.Passando col mouse sulle fotografia aerea si evidenzieranno i vari settori e comparirà il loro nome. Cliccando col mouse comparirà la foto aerea del settore cliccato e sarà possibile evidenziare e scoprire i vari toponimi della zona.
Vione
È posto all' estrema falda del monte Pressanino, sulla destra dell' Oglio, ad 11 chilometri da Edolo, unito alla strada nazionale per una comoda via, con due ponti sul fiume; e forma un sol Comune con Canè e Stadolina. Nell' apertura della strada del lago spese 666 lire. Il suolo è coltivato a prati e campi di segale, frumento, patate ed orzo; il Comune è proprietario di pascoli e boschi resinosi: quattro montagne alimentano il bestiame grosso e minuto, nella stagione estiva: da alcuni anni vi fu introdotta la coltura delle api. Anticamente possedeva un forno di fusione del ferro; ora il fabbricato è destinato ad altro uso. I torrenti e le valli, che scorrono in questo Comune, mettono in movimento una fucina grande a grosso maglio, e cinque piccole, nelle quali si lavora il ferro del forno Allione, e sono alimentate dal carbone del territorio, delle terre vicine, e con quello, che vi si trasporta dal Tirolo. Vi sono 1O molini del grano, due seghe pel legname e una concia di pelli. Gli abitanti, che nel 1820 erano 340, nel 1842 eran saliti a 1021, ora ascendono a 1350; e, tranne alcune famiglie agiate, attendono, alla coltura della campagna ed alla pastorizia - 750 giovenche e 500 pecore. -; gran parte però emigrano in determinate stagioni, ed esercitano altrove l'arte del muratore,  falegname, carbonajo, tagliapietre e funajo.
Negli ultimi 7 anni questo Comune fu colpito da funestissirne disgrazie. Il 16 agosto 1861 venne totalmente distrutta da un incendio la Frazione di Stadolina di sopra; ed il 13 agosto del susseguente 1862 le fiamme divoratrici consumarono la Frazione di Canè. Nel 1864 un impetuoso uragano fe' straripare le valli ed i torrenti, che cagionarono gravissimi danni ai boschi ed alla campagna. Anche il patrimonio comunale, non meno di quello dei privati , ebbe a patirne gravissimi sconcerti; poichè, oltre la somministrazione gratuita del legname occorrente al ristauro delle abitazioni incendiate, concorse - e ciò per ovviare quant' è possibile al pericolo di ulteriori incendj - per due terzi alla spesa per la copertura in vivo dei tetti delle rifabbricate case.
Fino al 1743 il Comune formava una sola parrocchia; dopo tale epoca, in seguito all' accordata separazione, anche Canè e Stadolina ebbero le loro parrocchiali. La chiesa di Vione è in tutela di s. Remigio vesc. e dipende dalla vicaria di Vezza. E ornata da due quadri di molto pregio, un sant' Antonio e un san Paolo eremita, e un s. Francesco. Di squisito lavoro è pure la cornice e l' altare maggiore, l' uno e l'altra ad intagli dorati, con statue, del Bulgarini. Sono stimati gli affreschi del soffitto della chiesa presbiterio di s. Maria, in Cortajolo, un quarto di chilometro fuori dell' abitato.
Esistono in Vione alcuni legati di beneficenza, che vengono erogati in soccorsi agli infermi, e in dispensa dì sale ai terrazzani. Altra volta questo paese chiamavasi Castello Dallegara, ed anche al dì d'oggi, sulla sommità del pendio su cui poggia, veggonsi gli antichi ruderi d'una fortezza, la quale, dal cemento, si argomenta essere stata eretta sotto la dominazione romana. Sorge ivi una vecchia chiesa dei ss. Fabiano e Sebastiano, ora lasciata in abbandono: entro breve tempo però sarà ribenedetta.
La tradizione vuole, che nella contrada detta Vasari fosse una miniera d' argento. Intorno a ciò leggesi nel manoscritto, altra volta citato, del sig. Guarneri: Ho ritrovato nel mio studio un' investitura di miniera d'argento a favore del sig. Marco Antonio Guarneri di Vione, ottenuta dal magistrato competente di Venezia l'anno 1600. So che ha speso un tesoro nelle escavazioni fatte nel monte di Valzarù, fra Vione e Vezza, dalla parte sinistra; ma che in fine fu dal medesimo abbandonata. Egli ha sparsa la voce, che un ordine del governo di Venezia, per gelosia di stati, lo ha obbligato a coprire le escavazioni; ma l'opinione più probabile si è, che egli abbia ciò divulgato per coprire anzi il rossore di aver fatta grossissima spesa senza alcun frutto. Presentemente non si conosce pure il luogo delle fatte escavazioni. »
FRAZIONI:
-Canè' sta sull' alto della giogaja, che fiancheggia a destra la Valle. Tutta la pendice de' monti è a ronchi, ingegnosamente sostenuti da lunghi muri, e coltivati principalmente a segale ed orzo. Ha prati, pascoli e boschi e gli abitanti sono dediti all' agricoltura ed alle arti. La .parrocchiale, che ha bassi rilievi del Fantoni, è chiamata di s. Gregorio, ed è della vicaria di Vezza,
-Stadolina. giace a' piedi del monte, a poca distanza dall' Oglio , che scorre alla sinistra. Il terreno è fertile in frumento, segale ed orzo: la popolazione attende alla campagna ed alla cura del bestiame, ovvero al confezionamento del carbone, essendovi, oltre i pascoli ed i prati, estesi boschi. La chiesa parrocchiale, sottoposta alla vicaria di Vezza onora per patrono S. Giacomo apostolo.  (da B. Rizzi Storia della Vallecamonica 1870)